L’abbazia di Sant’Eustachio a Nervesa della Battaglia, era un importante monastero benedettino, soppresso nell’ 800.
L’abbazia sorge in un luogo strategico per la sua posizione sopraelevata e la vicinanza del Piave, che qui offriva numerose possibilità di guado. Fu fondata prima dell’anno 1062 da Rambaldo III di Collalto per limitare il potere dei vescovi di Treviso, che avevano tolto loro il controllo della marca trevigiana, con un’istituzione che dipendesse direttamente dal pontefice.
La guerra Guelfo-Ghibellina del 1229 non trascurò nemmeno questa oasi di fede, anzi fu pretesto per distruzioni e saccheggi. Una seconda distruzione avvenne durante la guerra tra le truppe imperiali Ungare e le armate della signoria Trevigiana nel 1358.
Come sempre gli instancabili monaci non si persero d’animo e ristrutturarono ed abbellirono prontamente l’abbazia. Seguì un lungo periodo di pace proprio mentre si rafforzava prepotentemente il “dominio di terra” della Serenissima.
Tra il 1744 e il 1819, il complesso fu guidato dal preposito Vinciguerra VII di Collalto, uomo colto e capace che lo trasformò in un’importante azienda agricola retta da esperti e studiosi. Fu grazie a lui che la prepositura sopravvisse alle soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento, che invece colpirono la vicina certosa di San Girolamo.
In seguito, tuttavia, le autorità ecclesiastiche giudicarono inutile e obsoleta questa istituzione e, nel 1865, essa venne definitivamente soppressa.
Infine le grandi battaglie della I guerra mondiale, tra il Piave ed il Montello , ridussero quel che restava ad un fatiscente e struggente ammasso di rovine.
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