Edificato nei pressi di Magione, in provincia di Perugia, il castello di Zocco (XIII secolo) domina dall’alto il Lago Trasimeno. Nei secoli rappresentò il più possente insediamento militare della zona, disponendo di ben sette torri, di cui oggi ne rimangono cinque, di tre porte e di una poderosa cinta muraria. Oggi il castello si trova in stato di abbandono.
Fu costruito nel 1274 accanto ad un convento francescano, e gli fu dato il nome di Zocco probabilmente per la sua forma, molto simile ad un “zoccolo di cavallo”. Nel 1403 furono fatte le prime modifiche, infatti prima di questa data il castello era chiamato “villa” e contava centocinquanta abitanti, una volta rafforzato l’apparato difensivo assunse la denominazione di “castrum” e già nel 1456 ospitò centinaia di perugini fuggiti da una grave epidemia che imperversava la città. Nel 1479 subì un violento assedio da parte delle truppe fiorentine, come lo subirono numerose rocche della zona, tra cui anche la vicina rocca Monaldi.
Pochi anni dopo, nel 1486, con la spesa di venticinque fiorini, fu costruito all’interno del castello un pozzo per il presidio insediato a difesa.
Dal XVI secolo cominciò una lenta decadenza per il castello, male amministrato dai camerlenghi del lago. A questo contribuì anche l’innalzarsi delle acque, facendo sì che Zocco si trovasse, nel giro di pochi anni, in riva al lago. Collegato al castello un piccolo porto, si creò subito un’operosa comunità di pescatori, che però, con il passare del tempo, diminuì gradualmente. Nei primi anni del Novecento era abitato da una piccola comunità di contadini, ma ormai da decenni appartiene alla famiglia Palombaro, di Roma, la quale si dedica alla produzione di un rinomato olio extrevergine di oliva.
Da notare è la sua chiesa di San Macario, sulle cui pareti, si leggeva un’antica scritta latina a fianco di un dipinto raffigurante una dama.
Il castello di Zocco è iscritto nell’elenco dei luoghi del cuore del Fondo ambiente italiano.