Il borgo di Campolongo è un complesso abitativo molto interessante costruito sui resti di edifici di probabile origine medievale, forse di proprietà di Conforto Barbarano, che nella seconda metà del XIII sec. era signore di Campolongo, come vassallo del vescovo di Vicenza.
Villa Dolfin sorge su costruzioni presisteni e si caratterizza per la mole inconsueta, vincolata dal forte dislivello del terreno ed elevata su ben quattro piani. Già in passato era stato notato come i caratteri stilistici fossero prossimi ai modi di Scamozzi, ma solo di recente si è potuta confermare la paternità dell’architetto sulla base di osservazioni più approfondite e di evidenze documentarie, ritenendo le debolezze progettuali come frutto dell’intervento di maestranze meno esperte e di un difficile compromesso con le preesistenze. Da un’iscrizione sul fregio sono noti il committente, Andrea Dolfin, e l’anno di costruzione, 1601. Andrea Dolfin aveva avuto modo di conoscere Scamozzi nel 1581 in occasione della complessa vicenda della costruzione delle Procuratie Nuove a Venezia e un quindicennio più tardi, nel 1596, si era nuovamente rivolto all’architetto per il progetto di un monumento funebre in San Salvador destinato alla defunta Benedetta Pisani, sua seconda moglie. L’assassinio, nel 1602, dello stesso Andrea e di suo figlio Francesco segnò la brusca interruzione dei lavori di costruzione della villa, rimasta da allora incompiuta.
Il Borgo di Campolongo è stato censito nei luoghi del cuore del Fondo Ambiente Italiano.