Le grotte di Oliero sono un complesso cavernicolo che si trova alle pendici del massiccio dell’altopiano dei Sette Comuni, in prossimità dell’abitato di Oliero, in provincia di Vicenza. Dalle grotte sgorga gran parte dell’acqua che penetra attraverso l’altopiano sovrastante, classico esempio di carsismo.
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Le guide riferiscono che le grotte ricevono circa l’80% delle acque provenienti dall’altopiano di Asiago e che il tempo impiegato da quest’acqua per giungere alle grotte è di poche ore (circa 12), anche se sono stati osservati notevoli incrementi della portata d’acqua dell’Oliero anche solo 3 ore dopo piogge torrenziali sull’altopiano.
Dalle grotte hanno origine le sorgenti del fiume Oliero, che vengono considerate tra le più importanti sorgenti valchiusane d’Europa. La grotta-sorgente di Oliero è la più copiosa sorgente del Veneto, versando circa 8 milioni di metri cubi d’acqua al giorno.
Gli sbocchi, chiamati nel dialetto locale “còvoli”, sono quattro: due sono secchi (il covolo degli assassini o degli Ezzelini e il covolo delle soree, sorelle ) e due sono gli attuali sbocchi verso il fiume. Dal principale di questi due (il covolo dei Siori, signori, o grotta di Parolini) si può accedere con delle barche all’interno delle grotte stesse. La grotta Parolini, che prende il nome dal naturalista Alberto Parolini che la scoprì nel 1822, è aperta al pubblico sin dal 1832. La grotta si estende per circa novanta metri in lunghezza, mentre in larghezza conta una ventina di metri. L’interno è interamente occupato da un lago la cui profondità massima raggiunge i 13 metri. Il sifone della sorgente è stato esplorato per circa 10 km. Sembra essere uno dei più lunghi d’Italia e probabilmente d’Europa.
Le temperature dell’acqua e dell’aria all’interno della grotta sono pressoché costanti durante tutto l’anno, rispettivamente con 9 e 12 gradi centigradi. Tra le caratteristiche delle grotte ci sono delle stalattiti calcaree di cui una lunga circa 14 metri. La portata delle due sorgenti è mediamente di 15m3/s d’acqua anche se durante le stagioni piovose si può arrivare tranquillamente a raddoppiare la portata. Da ricordare la tremenda piena nel 1966 del fiume Brenta, in tale data dalle sorgenti di Oliero si stimavano circa 140m3/s d’acqua. Le grandi quantità d’acqua vengono giustificate da un enorme sistema carsico che attinge acqua da circa il 90% della superficie dell’altopiano di Asiago